Secondo un indagine sulle famiglie italiane e la finanza immobiliare si conferma la tendenza di una mutata concezione del “bene casa”. La domanda potenziale resta alta (pari a 2,3 milioni di famiglie), ma «rientra all’interno di un quadro di necessità familiare piuttosto che di investimento (per ben il 93,9% dei casi), nonostante le favorevoli condizioni di asset allocation (valori immobiliari congrui e bassi tassi di interesse)» recita il report
Sono circa 2,2 milioni (l’8,8% del totale) le famiglie che vorrebbero acquistare casa: 839mila famiglie si stanno già muovendo (3,2%), mentre circa 1,4 milioni di famiglie esprimono un’intenzione di acquisto nel breve termine (5,6%).
La larga fetta del mercato rimane appalto degli acquisti “prima casa” o “sostituzione prima casa”, che insieme raccolgono il 78,2% dei casi (1,7 milioni di famiglie), a fronte di una contrazione della componente di investimento che raggiunge appena il 6,1% delle motivazioni di acquisto (pari a 140 mila famiglie).
Tutto questo ci dice che ogni agente immobiliare deve essere sempre più preparato per affrontare quello che per una famiglia è un passo molto importante.
Oltre alle capacità tecniche e professionali si dovranno sviluppare capacità personali spesso trascurate come l’empatia e l’intelligenza emotiva che potranno aumentare l’interconnessione con il cliente.
Perché anche se il mercato è in ripresa l’agente immobiliare evoluto sa che dovrà ottenere il massimo dal rapporto con il cliente il vero padrone del mercato.
Fonte sole 24 ore